Esportare la Dolce Vita

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Assistenza per esportare il bello e ben fatto "Made in Italy"

 

All'estero i prodotti italiani con l'indicazione Made in Italy, godono di una fama per la produzione artigianale che ha spesso portato i prodotti italiani ad eccellere nella competizione commerciale internazionale con corrispondente vantaggio commerciale, tale da costituire una categoria a sé. Al prodotto italiano viene spesso riconosciuto una notevole qualità di realizzazione, cura nei dettagli, e fantasia nel disegno e nelle forme. Nel settore alimentare, nel vino e bevande e nella moda l'asse nella maniche del Made in Italy è l'emozione che riesce a creare in amanti della buona cucina, in chi ama il buon vino e bevande rinfrescanti, e in chi acquista la moda più trendy.

 

Ormai il Made in Italy ha raggiunto lo status di una marca o brand che rappresenta una combinazione di elementi e talenti italiani con il quale si differenzia il bello e ben fatto da altre offerte dalla concorrenza. Nonostante la crisi e la concorrenza sempre più intensa, le imprese italiane accrescono le loro esportazioni. I nuovi mercati offrono perciò grandi potenzialità per le aziende italiane, che propongono prodotti di qualità e capaci di dare emozione. Quando americani vengono chiesti perché apprezzano il Made in Italy, la risposta e sempre non solo la fantasia e il bello ma anche "the emotion of Made in Italy."

 

Informarsi ed adattarsi alle norme d'altrui è fondamentale per entrare e restare nel mercato ed accrescere il valore e la reputazione del proprio brand presso i consumatori e gli enti statali che regolamentano il mercato. Le normative del Made In applicate dalle Dogana USA sono diverse da quelle applicate dalle Dogane italiane. Secondo sentenze della corte suprema di cassazione italiana apporre la bandiera italiana, la dicitura Italy o Made in Italy su un prodotto è utilizzata per riferirsi alla parte imprenditoriale del produttore, mentre quella manifatturiera vera e propria può trovarsi ovunque. Basta quindi che il prodotto sia pensato, disegnato o gestito da un imprenditore italiano, per poter applicare la marca Made in Italy anche se questo è costruito in un altro luogo. Questo è diametralmente opposto alla normativa statunitense 19 CFR Part 134,1, la quale stabilisce il criterio della trasformazione sostanziale per stabilire il Paese di origine merci, salvo che le merci non siano di un Paese che fa parte dell' accordo NAFTA.

 

Nel 2009 è stata emanata una legge per tutelare il Made in Italy e questa legge è molto simile ai criteri statunitensi del Made In. Il decreto legge nº 135 del 25 settembre 2009 contiene l'art. 16 dal titolo Made in Italy e prodotti interamente italiani . I decreti per attuativi per questa legge non sono stati del tutto effettuati per non andare incontro alle norme dell' Unione Europea sulla concorrenza sleale. In un certo senso, la normative statunitense fa quello che la Legge Reguzzoni (la legge n.55 dell'8 aprile 2010) mirava a fare con Disposizioni riguardo la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e della calzatura ed è un provvedimento di tutela del "Made in Italy" nei settori del tessile, dell'abbigliamento e dell'arredo. La legge Reguzzoni ha degli aspetti di etichettatura obbligatoria e di tracciabilità dei prodotti simili alle normative della US FTC e US CPSC.

 

Il Made in Italy deve essere esportato nel Nord America rispettando le normative, i standard e conoscendo la cultura del mercato di sbocco, è proprio con questi aspetti tecnici che McNeese Customs & Commerce srl può dare un vantaggio strategico a chi esporta il bello e ben fatto italiano.